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Immagine del redattoreLuigi Gattone

USA vs Iran: 4 anni fa la morte di Soleimani.

Aeroporto internazionale di Baghdad, 3 gennaio 2020: dalla situation room, circa all’1:00 ora locale, Donald Trump autorizza un raid contro due blindati. Obiettivi: Qassem Soleimani, comandante della Forza al-Quds (unità per le operazioni all’estero dell’Iran), e Abu Mahdi al-Muhandis, leader delle milizie irachene al-Hashd al-Sha’bi.



Muhandis e Soleimani erano gli architetti dell’”asse della resistenza”, un network di milizie e proxy filo-iraniani impiegato per combattere lo Stato Islamico (IS). Poi, tutelare gli interessi iraniani nella Mezzaluna Sciita e contrastare l’influenza degli USA e dei suoi partner regionali (in primis Riyadh).

L’attacco del 3 gennaio si colloca nella grave escalation tra Washington e Teheran dopo la relativa “distensione” coincidente con l’insediamento dell’amministrazione Obama e l’elezione del moderato Rouhani in Iran, favorita dalla causa comune di annientare l’IS. Nel 2018, sempre Trump denunciò l’accordo sul nucleare (JCPOA), entrato in vigore nel 2015, che prevedeva uno stretto monitoraggio sul programma nucleare iraniano in cambio della revoca di gran parte delle sanzioni attive dal 2006.

L’Iraq, costretto nel fuoco incrociato, divenne il terreno di scontro tra gli USA e il vicino Iran. L’uccisione dei due leader, in palese violazione della sovranità irachena, compattò le frammentate forze politiche sciite contro Washington: mentre milioni di persone si riversavano nelle strade e nelle piazze al grido di “morte all’America”, vennero attaccate basi USA come rappresaglia (senza perdite). Anziché indebolire l’influenza di Teheran, i suoi proxy iracheni guadagnarono popolarità e consenso politico, marginalizzando gli elementi anti-iraniani come il leader nazionalista Muqtada al-Sadr.

Ad oggi, la frattura tra USA e Iran sembra insanabile. Con il riscaldamento del fronte di Gaza, i proxy iraniani (Hizballah, le Hashd, gli Houthi yemeniti) hanno lanciato una serie di offensive contro Israele e altri obiettivi locali. Di più, con i negoziati sul nucleare in fase di stallo, l’Iran ha intensificato la cooperazione con Mosca dopo l’invasione dell’Ucraina, formalizzata dall’adesione ai BRICS nei primi di gennaio 2024.

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