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Immagine del redattoreMichele Carrani

Un "loco" alla Casa Rosada.

Il risultato delle elezioni in Argentina sembra straordinario, ma non lo è. La vittoria dell’ultraliberista Javier Milei era largamente ipotizzabile da tempo.




Con ancora qualche sezione da scrutinare, il candidato apostrofato come “anarco-capitalista” ha avuto la meglio sul candidato Sergio Massa, collocato dalla stampa a sinistra ma essendo un forte sostenitore del peronismo, questo posizionamento ci fa sorgere qualche dubbio.


Tornando al vincitore della tornata elettorale, Javier Milei ha già ricevuto le congratulazioni niente meno che da Donald Trump. L’ex Presidente americano ha riferito: “Sono fiero di te. Trasformerai il tuo Paese e renderai l’Argentina di nuovo grande”; una sorta di “Make America Great Again” in salsa sudamericana. La vittoria di Milei – sì, quello che usa la motosega come gesto per tagliare la casta – è frutto di un disagio ben evidente dalle parti di Buenos Aires.


Alcuni cittadini, intervistati dalle emittenti argentine sulle intenzioni di voto, hanno riferito di preferire Milei a Massa perché il secondo è conosciuto come “ladron” e preferiscono cadere a terra con un volto nuovo che con uno già conosciuto. Le similitudini con qualche partito, o meglio dire movimento, presente nel nostro paese non sono poche.


Il nuovo Presidente Milei - sostenuto anche dal centrodestra argentino a seguito del loro non ingresso al ballottaggio – avrà molte sfide nel suo immediato futuro, una su tutte quella economica. Una problematica non da poco, per la quale, il Presidente Milei ha proposto di abolire la Banca Centrale Argentina, il peso argentino (moneta argentina) e utilizzare il dollaro americano come moneta nazionale (come già fatto in Ecuador e Salvador).


L’auspicio per il popolo argentino è che, una volta finita la propaganda qualunquista e populista del nuovo Presidente, vengano attuate le riforme necessarie per la tenuta dello Stato argentino che versa in una situazione economica quasi non recuperabile.


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