Le immagini, tremende, della frana avvenuta giorni fa ad Ischia sono sotto gli occhi di tutti. Una tragedia immane che è costata la vita, ad ora, a otto persone. Sono invece duecento gli sfollati. Il quesito, doveroso, che ci poniamo è il seguente: Si poteva evitare?
Le responsabilità delle conseguenze ambientali sono da indirizzare verso chi detiene il potere decisionale nel paese: la politica. Le parole del Ministro dell’ambiente Picchetto Fratin (“basterebbe mettere in galera il sindaco e tutti quelli che lasciano fare”) sono oltremodo vaghe e populiste, seppur condividiamo la rabbia nei confronti di chi ha sbagliato. Il lassismo, però, non deriva solo dal sindaco ma da un’intera classe politica che negli ultimi cinquant’anni non ha fatto nulla per mettere in sicurezza questi territori.
I condoni in Italia sono all’ordine del giorno, per citarne alcuni: Craxi-Nicolazzi nel 1987, Governo Berlusconi 1994. L’ultimo, che può annoverarsi di essere tale, è il Decreto 25 del 2018 (Decreto Genova), dell’allora governo gialloverde, firmato dal Presidente Giuseppe Conte e dai Ministri Di Maio e Toninelli. L’obiettivo era quello di snellire le pratiche di sanatoria in sospeso, altresì ha alimentato il fenomeno dell’abusivismo, oltre che mettere a repentaglio ancor di più la sicurezza dell’isola.
La colpa ricade quindi sull’avvocato del popolo? No, l’unica colpa che hanno i Cinquestelle è quella di non aver portato nulla sia a livello di contenuti che di azioni politiche e di aver svilito completamente il panorama politico italiano, già messo a dura prova dalla Seconda Repubblica.
Lo Stato deve essere, soprattutto in queste situazioni, paternalista. Siamo contrari alle posizioni di “abusivismo necessario” citate negli ultimi giorni (Giuli a OttoeMezzo).L a necessità è reale ma l’abusivismo non deve esserlo.
La politica deve essere (anche) impopolare e pensare al bene comune. Le case non rispettano i vincoli ambientali? Vanno demolite (e successivamente ricostruiti alloggi per chi ha necessità).
Si poteva evitare?
Sì.
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