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Immagine del redattoreMichele Carrani

Scontro nella maggioranza. Lo Ius Scholae: integrazione sotto l’ombrellone.

Nel bel mezzo d’agosto la maggioranza dibatte al suo interno sull’integrazione, tema sollevato dal centrosinistra oramai alla fine di ogni olimpiade (oggi come l’indomani di Tokio)


Nella giornata odierna il portavoce di Forza Italia, Raffaele Nevi, ha aperto – portando avanti il concetto di integrazione del fu Presidente Silvio Berlusconi – allo Ius Scholae.

Lo Ius Scholae, per chi si fosse perso i vari dibattiti ai tempi del centrosinistra di governo, è la misura per la quale i figli di immigrati nati in Italia o giunti nel nostro paese entro il 12esimo anno d’età possano ricevere la cittadinanza italiana alla fine di un percorso scolastico in Italia di cinque anni.

Simile a questo impianto è la Ius Culturae, non si può dire altrettanto però la Ius Soli e la Ius Sanguinis: la prima elargisce la cittadinanza a chiunque nasca sul suolo italiano, la seconda solo se il nascituro è figlio naturale o adottivo di almeno un genitore italiano.

In Italia ad ora chi nasce da genitori stranieri e risiede legalmente in Italia fino ai 18 anni d’età può chiedere la cittadinanza al compimento della maggiore età.

Il comunicato di Nevi avviene in seguito alla nota della Lega, che enuncia: “La legge sulla cittadinanza va benissimo così, e i numeri di concessioni (Italia prima in Europa con oltre 230 mila cittadinanze rilasciate, davanti a Spagna e Germania) lo dimostrano. Non c'è nessun bisogno di Ius Soli o scorciatoie”.


A detta di ambedue le parti queste dichiarazioni sono interne ai partiti e non intaccano il programma di governo della coalizione.


Si aprirà anche in seno al Destra-Centro un dibattito sul tema dell’integrazione?

Forse in futuro – in autunno se ne riparlerà alle Camere - ma ad ora rimangono solamente chiacchiere sotto l’ombrellone.


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