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Immagine del redattoreMichele Carrani

Perché Sangiuliano ha sbagliato?.

«So di dire una cosa molto forte, ma penso che Dante Alighieri sia stato il fondatore del pensiero conservatore italiano: la destra ha cultura – ha aggiunto il ministro – deve solo affermarla». Così ieri il ministro della Cultura Sangennaro alla Convention di Fratelli d’Italia in apertura alla campagna elettorale.

Una frase forte, sicuramente provocatoria, ma che presuppone una certa problematicità politica, tralasciando per ora quella prettamente letteraria.

Il presupposto di fondo, che sembra evidenziarsi, è una certa sudditanza che la destra ha da sempre avuto nei confronti della cultura di sinistra. Una sudditanza, in parte giustificata, non nascondiamoci, da una arroganza e una petestuosità editoriale e cinematografica che negli anni post 68 ha egemonizzato il panorama culturale. E sia ben chiaro, non che la destra non potesse contare su esponenti illustri da - appunto - “esporre” come cimeli. Ci ricorda infatti molto lucidamente oggi su La Repubblica Massimo Cacciari, che “ci sono (stati) grandissimi personaggi appartenuti alla destra: del novecento, Giovanni gentile, e nel mondo cattolico un personaggio come Augusto del Noce, (…), nella politologia Gianfranco Miglio”. Ma il punto non è questo. Un continuo scontro ideologico che mai ha avuto senso - ma che Gramsci capì prima di tutti, e che la destra non ha mai, sbagliando, fatto suo nel ‘900 - e che perde ancor più valore oggi.


Infatti, l’errore che è stato compiuto da Sangiuliano è stato quello di aver, ancora, utilizzato una dicotomia che appare sempre più vetusta e insoddisfacente a raccontare e problematicizzare un mondo complesso come il nostro. Nuove fratture, nuove domande, nuove soluzioni e nuovi paradigmi si sono sviluppati dagli anni 80 ad oggi. Figurarsi nel 300 di Dante. Come può, quindi, un ministro permettersi di definire un personaggio come Dante di Destra? Come si può ideologizzare una figura di questo tipo? Come si può, ancora oggi, cercare di individuare un pantheon da contrapporre ad una fazione avversa? Il pantheon culturale dovrebbe essere comune, e l’esperienza della sinistra dovrebbe avercelo insegnato. Una risposta sarebbe lecita, attendiamo fiduciosi.


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