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Immagine del redattoreFrancesco Maria De Siati

Michael Schumacher: dieci anni di silenzio.

Dieci anni rappresentano un lasso di tempo troppo lungo, troppo per chi vive di frazioni di millesimi di secondo, troppo per chi vive di velocità, di rapidità, rendendolo quasi sinonimo del suo cognome.



Lo spiacevole episodio che ha colpito, anzi stroncato, il post carriera di un Campione del Mondo come Michael Schumacher non può che unire le diverse tifoserie delle Scuderie.

Fortunatamente Schumi è curato di continuo da un team medico-assistenziale di una quindicina di persone e segue delle terapie, tra cui alcune davvero particolari, come rivela oggi SportBild. La testata tedesca stessa racconta che al campione non solo è stato fatto sentire il traffico radiofonico originale dei box, ma è stato anche portato in giro con una supercar, una Mercedes Amg, per stimolare il cervello con suoni familiari.

Nonostante le parole di Jean Todt, ex Team Principal Ferrari e Presidente Fia: “lui c’è sempre e non mi manca, la sua vita è diversa e ho il privilegio di poter condividere alcuni dei momenti con lui (a volte vedono insieme in tv delle gare di F1, ndr), ma il destino lo ha colpito e non è più il Michael che conoscevamo” e quelle del fratello Ralf:” Grazie a Dio, grazie alle moderne opzioni mediche, dopo quel brutto incidente si è potuto fare molto, ma niente è più come prima”, quelle dell’ex manager Willi Weber sono molto più pessimiste: “Quando penso a Michael adesso, purtroppo non ho più alcuna speranza di rivederlo. Nessuna notizia positiva dopo dieci anni”.

Da quell’incidente del 29 dicembre 2013, il suo sport è cambiato molto, donando sorrisi ai tifosi della Mercedes, pochissimi, se non rari, a quelli della Scuderia Ferrari. Ma in questo lasso di tempo, Schumi ci ha insegnato l’importanza della vita, del continuare a vivere nonostante le avversità, le quali non sono altro che ostacoli da superare, come lui stesso era abituato a fare in pista.

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