Margaret Thatcher, all’anagrafe Margaret Hilda Roberts, è stata la prima donna a ricoprire il ruolo di premier in una nazione europea.
Laureata in chimica, fin da giovane inizia la sua carriera politica nei tories. Dapprima, ad inizio anni settanta, come Ministro dell’istruzione, con l’appellativo di “ladra di latte”, per la sua scelta di togliere il latte nelle scuole, e poi, nel 1975 come capo del Partito Conservatore.
Nel 1979 la “Lady di ferro”, soprannominata così dai russi dopo un suo discorso contro l’Unione sovietica, viene eletta Premier. Nel decennio al potere, i rapporti con la Regina Elisabetta II sono stati tutt’altro che idilliaci, infatti, esse si sono scontrate più volte durante gli incontri settimanali a Buckingham Palace. Indubbio altresì il rispetto tra le due figure, poiché, una volta decaduta dal suo ruolo, la regina ha intitolato la "Iron Lady" come baronessa.
La Thatcher ha tutt’ora molteplici ammiratori e detrattori. I Thatcheriani le rendono merito di aver portato l’Inghilterra, con le sue politiche fiscali, al pari di Giappone e Stati Uniti. I detrattori, le rimproverano un forte classismo, che ha provocato un forte divario tra la classe ricca e quella meno abbiente.
La visione Thatcheriana, a livello economico, è monetarista e neoliberista. Le sue politiche sono state incentrate sui tagli alla spesa pubblica, alle tasse e alle politiche pubbliche.
Dotata di grande spicco politico e autorità, è stata un punto di riferimento politico anche in campo internazionale. Non ha mai nascosto una forte repulsione nei confronti del comunismo ed insieme al Presidente americano Ronald Reagan, con cui ha stretto un forte legame, è considerata la madre del conservatorismo moderno.
La fase saliente più importante durante il suo operato è legato alla Guerra delle isole Falkland, quando la “Iron Lady”, dopo l’occupazione delle stesse da parte degli argentini, ha convocato una task force e sotto suo ordine è stata affondata una porta aerei argentina.
La vittoria le è valso il secondo mandato come Premier.
I governi successivi, siano essi laburisti o conservatori, hanno mantenuto in larga parte le sue riforme.
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