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Immagine del redattoreJakob Joseph Burkhart

La guerra di Corea.

Per capire la Guerra di Corea (1950-53), bisogna fare qualche passo indietro.

Dopo il secondo conflitto mondiale, nei piani del POTUS Franklin Delano Roosevelt, la Cina avrebbe dovuto rappresentare il "quarto poliziotto" dell'ordine mondiale post-bellico (stabilito durante la Conferenza de Il Cairo).


Con la proclamazione della Repubblica Popolare Cinese nel 01/10/1949 questo schema non fu più possibile. Inoltre, nel febbraio 1950 venne annunciata l’alleanza sino-sovietica – dinamitarda per Londra e Washington, dacché ci fu la saldatura dell’Heartland con una parte del Rimland.

La formazione dell'intesa sino-sovietica attribuiva rilevanza strategica alla penisola di Corea, così come, più tardi, alla penisola indocinese (vedi guerra del Vietnam). Qualora la Cina si fosse confermata un bastione anticomunista, la Corea (e il Vietnam più tardi) avrebbero assai minore importanza. La postura USA nei confronti di Corea e Vietnam, cioè la politica del containment (vedi Dottrina Truman) trovava del resto ragion d’essere nella National Security Council resolution 68 dell’aprile 1950.

Tornando al conflitto vero e proprio, la guerra scoppiò nel 1950 a causa dell'invasione della Corea del Sud (alleata di Washington) da parte delle forze armate della Corea del Nord (comunista). L'invasione determinò una rapida risposta delle Nazioni Unite: su mandato del Consiglio di Sicurezza, gli Stati Uniti (affiancati da altri 17 Paesi) intervennero militarmente nella penisola per impedirne la conquista da parte dell’esercito di Pyongyang.

Dopo alcune difficoltà iniziali, le forze statunitensi, comandate dal generale MacArthur, respinsero l'invasione e proseguirono l'avanzata fino a invadere gran parte della Corea del Nord: a questo punto intervenne nel conflitto intervenne Pechino inviando dei "volontari", mentre Mosca inviò segretamente moderni reparti di aerei, che contribuirono a contrastare l'aviazione nemica.

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