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Immagine del redattoreMichele Carrani

La fine di Milošević.

Il 5 ottobre di ventitré anni fa le manifestazioni di piazza a Belgrado scaturirono la chiusura dell’epopea politica di Slobodan Milošević.

Fedele delfino e amico del Presidente serbo Stambolić, nel 1986 divenne capo della Lega Comunista Serba.


L’anno successivo pronunciò un discorso, che divenne storico, davanti alla popolazione serba del Kosovo dove disse: “nessuno ha il diritto di picchiarvi. E nessuno lo farà mai più”; frase divenuta manifesto del nazionalismo serbo che abbandonò la visione marxista-leninista di Tito in favore di quella di una “grande Serbia” nazionalista di sinistra, socialista e popolare.


Milošević godette del supporto della Chiesa Ortodossa e dell’armata popolare jugoslava e divenne: Presidente della Presidenza della Repubblica Socialista di Serbia nel 1989, Presidente della Repubblica Serba nel 1991 e Presidente della Repubblica Federale Jugoslava (Serbia e Montenegro) nel 1997.


Dopo una guerra lampo tra Serba e Slovenia nel 1991, lo stato sloveno si proclamò indipendente. La stessa decisione venne presa poco dopo dalla Croazia che abbandonò anch’essa la Jugoslavia.


Nel 1992 Milošević appoggiò e armò i serbo bosniaci nella guerra civile di Bosnia ed Erzegovina. Il conflitto proclamò l’inizio della pulizia etnica nei confronti di croati e musulmani, fatto conseguito anche dinanzi ai caschi blu dell’Onu a Srebrenica nel 1995 dove morirono più di 7 mila persone.


La NATO non trovò accordi con la Serbia e l’attaccò nel 1999 a causa della continua sanguinaria guerra nei confronti della popolazione albanese kosovara.


Le elezioni del 2000 videro la vittoria di Koštunika, nazionalista moderato a capo di tutta l’opposizione, ai danni dello stesso Milošević che inizialmente non riconobbe la vittoria ma a seguito dei tumulti dei cittadini serbi riconobbe la vittoria avversaria.


Il primo ministro serbo Đinđić decise di consegnare Milošević al Tribunale dell’AIA nel 2001, dove l’ex Presidente si difese rigettando le accuse e si giustificò delle sue azioni perché volte a difendere l’Europa da integralisti e terroristi islamici.


Milošević morì di infarto in carcere nel 2006 in attesa di condanna.


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