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Immagine del redattoreMichele Carrani

La compostezza di Antonio Tajani sul "Caso Vannacci".

Da giorni il "Caso Vannacci" ha preso piede nella cronaca politica del paese, anche troppo. Oramai, da una settimana a questa parte, il fulcro della politica e dell’informazione sono legati alle considerazioni scritte dal Generale nel suo libro.

Un fatto, che, a nostro dire, si poteva chiudere con una dichiarazione da parte del Governo.



Ci teniamo però a prendere posizione condividendo appieno le parole del Ministro degli Esteri Antonio Tajani. Le parole del Responsabile di Forza Italia sono le migliori sentite finora provenire dalla compagine di governo.


Viviamo nel gioco della democrazia, pertanto tutte le idee, seppur a volta deliranti, possono (e devono) essere espresse. Il discorso rimane tale anche quando un soggetto riveste un incarico di elevata importanza, seppur il suddetto dovrebbe comprendere la posizione che ricopre e comportarsi di conseguenza.


Il Generale Vannacci è libero di pensare ciò che vuole della società, è giustamente libero di avere una sua etica di vita e un suo pensiero sui temi sociali, avrebbe dovuto però evitare di pubblicare un libro di tale portata (che i più commentano senza averlo letto) vista la sua posizione di rilievo.


Un’altra considerazione è il focus che i media e la politica hanno dato a tale questione ma come si sa d’estate in televisione danno le repliche dei programmi trasmessi d’inverno e la politica cavalca tematiche degne di un giornale di gossip che si può leggere all’ombra di un ombrellone in spiaggia d’agosto.


Visto il tenore del dibattito pubblico e politico citiamo il titolo di un brano di una famosa rock band americana: “Wake me up when september ends”.


#DiversaIta#CasoVannacci

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