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Immagine del redattoreLuigi Gattone

La Ca**ata del giorno

Le “dichiarazioni”, in politica, hanno un valore molto più basso di quel che ci si aspetta: quella della Ministra francese Laurence Boone è certamente uno scivolone, ma chissenefrega tutto sommato – per la cronaca: io avrei risposto PO POPOPO PO PO PO, giusto per ricordare che non abbiamo paura delle sfide contro la Francia.


Nelle ultime settimane, tuttavia, si sta insistendo (soprattutto in casa nostra) sull’attribuire a Meloni cose che non ha ancora detto o fatto.

Sia chiaro: chiunque ha il diritto di dissentire, fare opposizione, esprimere critiche e opinioni nella maniera più libera. Senza dimenticare, però, che in Italia esiste una Corte Costituzionale, un Presidente della Repubblica che è garante della Costituzione, una Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, una sfilza di trattati comunitari, tribunali, osservatori internazionali, ong, che vigilano sul rispetto dei diritti umani nel nostro Paese e nel resto del mondo: non è compito del governo francese, dei Maneskin, degli influencer o dei sedicenti partigiani – che hanno posato i fucili e impugnato gli smartphone – vigilare sul rispetto dei diritti in Italia.

Chi scrive non ha tessere di partito, non ha votato cdx, non è l’avvocato di Giorgia Meloni.

Quello che bisogna ricordare, però, è che Meloni non è (sarà) più la leader del partito o della coalizione avversaria, ma la leader di tutti gli Italiani: gli appelli al patriottismo non funzionano più (fortunatamente, per certi versi), ma in questo momento, più che mai, abbiamo bisogno di unirci, e non di dividerci.

Ad oggi, l’Italia ne ha di problemi, ma non ci sembra di essere in Russia, in Iran, in Ungheria, o in una qualsiasi autocrazia del mondo: la guerra, la crisi energetica, l’inflazione, colpiscono tutti indiscriminatamente, e non c’è nessun bisogno di esacerbare le già gravi tensioni sociali con una polemica sterile al giorno.

E attenzione: questo non vuol dire piegare la schiena. Se i diritti dovessero essere attaccati, bisognerà essere – e noi lo saremo – in prima linea per denunciare gli abusi e difendere le libertà individuali, nelle piazze e nelle strade, e non sui social, come tutti gli altri.

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