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Immagine del redattoreMichele Carrani

L’Italia s’è Dest(r)a.

Molto probabilmente non era nelle intenzioni di Goffredo Mameli, rimane però il fatto che il partito della Meloni è il vincitore di questa tornata elettorale e che la leader si appresta a diventare la prima donna Presidente del Consiglio in Italia.



La situazione del centrodestra è ben delineata, Fratelli d’Italia primo partito e (ben) distaccati gli altri alleati. Tra i tutti menzione d’onore per il Cav, che risorge dalle sue ceneri come una fenice e inverosimilmente riesce sempre e comunque ad avere una fetta, non indifferente, di elettorato.

Il centrosinistra affossa, come era già immaginabile da mesi. Il Partito Democratico raccoglie un punteggio quasi al limite del minimo storico. Nella coalizione menzione particolare per +Europa e Alleanza Verdi-Sinistra, che superano rispetto le aspettative il 3%. Nella totale indifferenza, come ipotizzabile, il duo di Tabacci e Di Maio.

Il Movimento cinque stelle è l’exploit del sud Italia, anch’esso immaginabile, vista la verve di puntare sul binomio: disperazione della gente e sussidi.

Il Terzo polo arranca e si assesta su percentuali al di sotto di Forza Italia. Quello che doveva essere la nuova Margherita, ad ora, è un terreno arido.

Gli sconfitti sono Letta e Salvini, probabile che, al Nazareno e in Via Bellerio, ci sia una non malcelata ipotesi di cambio di leadership.

Tolte le Simpatie o antipatie del caso, dopo undici anni, risulta per la prima volta una maggioranza netta e (teoricamente) coesa. Questo permetterà di avere un esecutivo stabile e di non dover fare accordi post elettorali tra partiti opposti. Volendolo declinare in maniera populista, sarà il primo esecutivo votato dagli italiani dal 2011 a questa parte.

Cosa scontata in democrazia, ma evidentemente non Italia.


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