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Immagine del redattoreLuigi Gattone

L'era Gorbačëv e le relazioni tra USA e URSS

Parliamo sempre di Russia, ma torniamo indietro nel tempo: spoiler, c’entra anche con l’Ucraina. Oggi, nel 1985, il premio Nobel Mikhail Gorbachev diventava segretario del PCUS: il nuovo leader sovietico ereditava da decenni di dittatura comunista un’economia in crisi, povertà e frammentazione interna e instabilità ai suoi confini.


🏛Le parole d’ordine, glasnost e perestrojka, inaugurano una fase di profonde riforme: libertà di espressione e religione; superamento della dottrina Breznev (libere elezioni); apertura dell’economia sovietica ai capitali esteri – nel 1990 apre il primo McDonald’s a Mosca che, ironia della sorte, oggi chiude 850 sedi come sanzione –; ritiro militare dalla disastrosa guerra in Afghanistan.


🌎In politica internazionale, Gorbachev, con l’aiuto del ministro degli esteri Shevardnadze e grazie al rapporto personale con Ronald Reagan, ottiene accordi per limitare gli armamenti strategici e l’Intermediate Range Nuclear Forces Treaty (1987), che di fatto segna la fine dello scontro militare con gli USA.


🧱Infine, Gorbachev dovrà affrontare la caduta del muro di Berlino e la dissoluzione dell’URSS, cercando il più possibile di mantenere l’unità delle ex repubbliche sovietiche.


🔙Pensare a questi momenti guardando al presente, genera profonda nostalgia e preoccupazione: ma perché c’entra con l’Ucraina? Dopo la caduta del muro, Gorbachev con H. W. Bush si occupò della questione tedesca: in questo contesto, il leader sovietico accettò la riunificazione della Germania in cambio della garanzia degli USA che la NATO non si sarebbe allargata verso est.

Oggi, Putin adduce al mancato rispetto di questa promessa il casus belli dell’invasione dell’Ucraina.



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