“Bisogna tutelare le licenze dei tassisti, perché comprarne una è un investimento. Bisogna migliorare la viabilità e le corsie riservate, incentivare e favorire le doppie guide e permettere ai tassisti di dare le proprie licenze ai familiari”. Queste le parole della candidata alla Presidenza della Regione Lombardia: Letizia Moratti.
Una posizione condivisibile probabilmente dalla Lega ma evidentemente la candidata ha avuto un déjà vu della passata esperienza decennale (e più) nel Centrodestra.
Seppur dichiaratasi liberale e che il ragionamento non mette a repentaglio l’innovazione dei servizi, le parole della candidata hanno destato subbuglio sopratutto nella base riformista (e non solo) del Terzo Polo. A rispondere per primo al tran-tran mediatico è stato il candidato di Azione al Consiglio Regionale Carretta dicendo che la posizione del partito è quella della concorrenza come succede nel resto del globo. A Carretta replica Calenda, il quale ha sottolineato che la presa di posizione della Moratti non è quella di Azione.
Che il Terzo Polo abbia bisogno di tempo per creare una classe dirigente è scontato poiché è un partito oltremodo nuovo ma è complicato comprendere la scelta legata alla candidatura della Moratti. La partita in Lombardia, sondaggi alla mano, sembrerebbe già assegnata al Presidente uscente Attilio Fontana ma questa diatriba potrebbe dividere l’elettorato di Calenda e Renzi, portando gli elettori ad adottare un voto disgiunto.
Come associazione ci siamo sempre opposti al monopolio dei trasporti, soprattutto per quanto riguarda le licenze dei taxi, categoria che svolge un servizio pubblico ma con non poche problematiche. L’auspicio è che il governo regionale – e magari nazionale - legiferi a favore della concorrenza.
Non ce ne vogliano alcuni taxisti, e nel caso ce l’avessero, forse si sentirebbero come noi clienti quando non possiamo pagare con la carta di credito.
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