Sono passati 53 anni da quella notte dell’Immacolata Concezione, dove immacolata rimase, grazie a Dio (o chi per lui), anche la nostra Nazione.
Quella notte si sarebbe dovuto compiere il Golpe dell’ex comandante della X flottiglia MAS, il Principe Nero: Junio Valerio Borghese.
Il piano nacque nel 1969 in seguito alla Strage di Piazza Fontana, dove membri del Fronte Nazionale, Ordine Nuovo e Avanguardia Nazionale - insieme a servizi segreti deviati e membri della loggia massonica della P2 - organizzarono un’azione volta a prendere in mano le redini del paese dopo 25 anni, a detta loro, di sfacelo.
Il Golpe Borghese ebbe come obiettivo di prendere in possesso: Ministero dell’Interno, Ministero della difesa, sedi Rai e di telecomunicazione. Sarebbero state annesse, ovviamente, deportazioni degli oppositori presenti in Parlamento.
Gli esecutori di tali azioni erano militanti di associazioni di stampo neofasciste, estrema destra e più di mille tra forestali, artiglieri e Carabinieri. Il piano si sarebbe dovuto azionare nella notte tra il 7-8 dicembre ma, inspiegabilmente (o quasi), all’1:49 Borghese ordinò l’annullamento. Non giunse a tutte le milizie sparse nelle città d’Italia, infatti tanti di loro tornarono nei rispettivi letti oramai all’alba.
I documenti analizzati nelle commissioni d’inchiesta portarono a varie piste. Secondo dichiarazioni di soggetti vicini all’ex capo della P2 Lucio Gelli, si fermò il tutto poiché non vi fu la certezza dell’appoggio dell’Arma dei Carabinieri e, sopratutto, degli Stati Uniti d’America. Alcuni documenti riproposti da Giovanni Minoli indicarono che i servizi segreti americani avrebbero dato l’appoggio solamente se a capo del nuovo assetto italiano fosse posto Giulio Andreotti, il quale però si rifiutò.
Il mancato Golpe Borghese è stato insignito da molti, tra i quali l’ex Presidente della Repubblica Francesco Cossiga, come il momento in cui l’Italia repubblicana ha rischiato maggiormente la sua libertà e la sua democrazia.
Probabilmente se fosse andato a buon fine oggi staremo festeggiando l’anniversario della nascita del nuovo Stato, ma per fortuna con i se e con ma non si scrive la storia.
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