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Immagine del redattoreMichele Carrani

Il Golpe Borghese.

Sono passati 52 anni da quella notte dell’immacolata concezione, dove immacolata è rimasta, grazie a Dio (o chi per lui) anche la nostra Nazione.

Quella notte doveva compiersi il Golpe dell’ex comandante della Decima flottiglia MAS, il Principe Nero: Junio Valerio Borghese. Come si è evinto nelle indagini successive il piano nacque nel 1969 in seguito alla Strage di Piazza Fontana, dove i membri del Fronte Nazionale, Ordine Nuovo e Avanguardia Nazionale, insieme a servizi segreti deviati e membri della loggia massonica della P2, volevano prendere in mano il paese dopo 25 anni, a detta loro, di sfacelo.

Il Golpe Borghese consisteva nel prendere in possesso del: Ministero dell’Interno, Ministero della difesa, sedi Rai e di telecomunicazione. Annesse, ovviamente, deportazione degli oppositori presenti in Parlamento. Gli esecutori di tali azioni erano militanti di associazioni di stampo neofasciste, estrema destra e più di mille tra forestali, artiglieri e Carabinieri.

Il piano si sarebbe dovuto azionare nella notte tra il 7-8 dicembre ma, inspiegabilmente (o quasi), all’1:49 Borghese ordinò l’annullamento, non giunto a tutti poiché le milizie varie sparse in tutte le città d’Italia non ricevettero l’ordine e tornarono nei rispettivi letti ormai all’alba.

I documenti utilizzati nelle successive commissioni d’inchiesta portarono a varie vie. Secondo dichiarazioni vicine a Licio Gelli, ex capo della P2, si fermò il tutto poiché non vi era la certezza dell’appoggio dell’Arma dei Carabinieri e degli Stati Uniti d’America. Alcuni documenti riproposti da Giovanni Minoli indicano che i servizi segreti americani avrebbero dato l’appoggio solamente se a capo del nuovo assetto italiano fosse posto Giulio Andreotti, il quale però si rifiutò.

Il mancato Golpe Borghese è stato insignito da molti, tra i quali l’ex Presidente della Repubblica Francesco Cossiga, come momento in cui l’Italia repubblicana ha rischiato maggiormente la sua libertà e la sua democrazia.

Probabilmente se fosse andato a buon fine oggi staremo festeggiando l’anniversario della nascita del nuovo Stato, ma per fortuna con i se e con ma non si scrive la storia.

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