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Immagine del redattoreMichele Carrani

Il Futuro della Francia.

La resa dei conti, per alcuni, per altri un revival delle elezioni del 2017, quando Macron con un risultato schiacciante ha vinto contro Marine Le Pe


Lo scenario visto al primo turno delle elezioni francesi indica perlopiù una situazione di cui eravamo già a conoscenza. Un centrista risoluto, europeista che va per la maggiore, seguito da una candidata in parte sovranista e in parte nazionalista, ed un terzo soggetto, il quale ha superato le più rosee aspettative di voto.


Non è una novità che Jean-Luc Melenchon riunisca varie aree di elettorato, dalla sinistra radicale ai dissidenti dei gilets jaunes. Da notare anche, che all’interno e all’esterno dei maggiori centri universitari parigini, Sciences Po e la Sorbonne, gli studenti, dei quali la stragrande maggioranza ha votato appunto per Melenchon, hanno protestato contro l’imminente ballottaggio.


L’ago della bilancia per l’appunto sarà l’elettorato che ha sostenuto La France Insoumise di Melenchon, percentuale non indifferente in cui hanno cercato di fare breccia con il dibattito di ieri sera i due candidati al ballottaggio: Emmanuel Macron e Marine Le Pen. Gli aspiranti presidente non si sono risparmiati nello scontro e non sono mancate le accuse: di negligenza di Macron nei confronti dei francesi a detta della Le Pen e di prestiti economici inviati da Putin alla Le Pen secondo Macron.


Macron indica il voto di domenica come un referendum, tra chi è a favore dell’Europa e chi è contro, tra chi vuole una Francia laica e chi vuole negare l’uso del velo nei luoghi pubblici.

Le Pen invece parla di popolo, della salvaguardia delle realtà locali contro l’imponente globalismo, dell’uso del buonsenso per mantenere salde le tradizioni e le radici francesi.


Narrativa a parte come esterni vediamo una duplice realtà: Macron che invoca un’Unione Europea come un partnernariato franco tedesco; Le Pen che vuole un’Europa sì di nazioni ma sovraniste, che per definizione non può indicare meccanismi collettivi (basti pensare a come si spartirebbero eventuali migranti).


Morale della favola, vinca uno o l’altro, l’Italia rimarrà ancora esterna ai tavoli di decisione europei.


Touché.


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