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Immagine del redattoreLuigi Gattone

Il conflitto tra Mosca e Kiev

La tragedia che si consuma in Ucraina da settimane, il dramma di un popolo costretto a scegliere tra abbandonare per sempre la propria casa o morire per difenderla, sono sotto gli occhi di tutti.



Interpretare le dinamiche internazionali impone però un certo distacco emotivo. Compito degli analisti geopolitici è rispondere ad una domanda: cosa succederà?

Lavoro certo non infallibile: nonostante le previsioni dell’intelligence USA, nessuno, fino al 24 febbraio, era certo che Putin potesse osare tanto. Comprensibile: invadere, soprattutto presidiare, un territorio così vasto, è logisticamente complicato; se l’offensiva dovesse proseguire come guerra di logoramento, sarebbe un insuccesso tattico per il Cremlino.


Ad oggi, si è ancora lontani da un punto di svolta nelle trattative: stallo significa che la caduta di Kiev non è ancora imminente – ma a caro prezzo. Comunque, gli ucraini non hanno più niente da perdere: combatteranno.

Sarà determinante un probabile, nel lungo periodo, sfilacciamento del fronte euroatlantico: al di là di condanne e sanzioni, cessare in toto la dipendenza da Mosca significherebbe avviare un programma di autarchia energetica (fantascienza) o riorientare totalmente il segno dell’import verso l’Atlantico – che, bisogna dirlo, sarebbe un nonsenso geo-strategico.

Soprattutto, una “unione verbale” degli Stati europei mai stata così netta (apprezzabile in senso ideale quanto pragmatico), dovrà fare i conti con degli USA stanchi di essere il poliziotto del mondo: il retrenchment è fisiologico per ogni impero, ma le guerre non sono più giustificabili in patria e, dopo Kabul, Biden colleziona un’altra immagine opposta alla narrativa dell’”America’s Back”.

Infine, tra i due litiganti Pechino gode: ha l’opportunità di accreditarsi come mediatore nella crisi e di avanzare pretese verso una Russia sempre più isolata.


Però, Putin una vittoria l’ha già incassata: l’Ucraina abbandonata a sé stessa è il migliore sponsor alla critica del Liberal International Order, condizione necessaria e sufficiente per la collaborazione sino-russa. Spiegazione pratica: siamo sicuri che Kiev, quando l’inferno finirà, si fiderà ancora dell’Occidente?




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