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Immagine del redattoreJakob Joseph Burkhart

Il caso Stellantis.

Ennesimo banco di prova per il nostro esecutivo. Premettiamo, è l’ennesimo banco di prova perché anche i governi passati non sono mai stati capaci di mettere in condizione l’economia italiana di fare sistema e di attrarre investimenti esteri.



Brevemente: Tavares (CEO di Stellantis) dice al governo che se vuole che vengano prodotte macchine in Italia, il governo deve dare degli incentivi. Meloni ha replicato dicendo che questa è una richiesta un po’ bizzarra. Salvini ha aggiunto che queste richieste sono un po’ inverosimili poiché il gruppo ha sede legale e fiscale all’estero. Allora questo è il classico gioco delle parti: l’imprenditore che fa l’imprenditore e il politico che fa il politico.

Inoltre, oltre agli incontri fra Stellantis e il governo (soprattutto quello con Giorgetti), anche i sindacati hanno chiesto un faccia a faccia al gruppo non avendo ben quale sarà il futuro dell’auto nel nostro paese.

Ma anche all’interno del governo regna un po’ il caos, perché Urso ha lanciato l’ipotesi che lo Stato si compri delle quote di Stellantis. Giorgetti ha respinto questa ipotesi, d’altronde proprio in questi giorni si sta parlando di vendere delle quote di alcune società partecipate dello Stato. Insomma sarebbe un controsenso e poco realizzabile perché i soldi non ci sono.

Ma la vera provocazione che vorremmo fare è: perché il governo si incaponisce con questo caso quando si potrebbe cercare di attrarre aziende estere in Italia? Al posto di continuare con questa storia che ormai va da anni, perché non cercare di convincere Elon Musk a produrre delle Tesla in Italia? Grazie al nome Musk, ci sarebbe anche l’opportunità di attuare delle riforme che noi riteniamo necessarie per rendere l’Italia attrattiva fuori dai nostri confini e a disincentivare le aziende italiane ad avere sedi legali e fiscali in altri paesi UE – chiaro segno che neanche le nostre imprese hanno piena fiducia nel sistema Italia.

Alla fin della fiera, queste sono parole che abbiamo già sentito, ma non sembra che vengano accolte da chi di dovere.

Magari un giorno…

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