C’eravamo tanto amati. Non è un tributo al noto film di Ettore Scala ma al talk show televisivo di Mediaset andato in onda tra la fine degli anni ottanta e inizio anni novanta, dove le coppie litigavano in diretta e accusavano della fine della loro storia l’altro.
Ecco, vedo così la situazione tragicomica del Movimento Cinque Stelle. Una telenovelas conclusa o l’inizio di uno “spin-off”?; chi ama la politica sicuramente auspica la prima.
Il Ministro degli Esteri rimprovera al “partito di Conte” di essere estremista, populista e un’ambiguità nei confronti: del governo, del Presidente del Consiglio, di Di Maio stesso; il tutto per cercare quei consensi persi oramai dal governo giallo verde del 2018.
Il Ministro Di Maio richiama al moderatismo, sì, proprio lui.
L’enfant prodige dei cinque stelle da tempo ha sposato una linea di governo, la logica della casta considerando lo slang grillino. Di Maio, che venne inserito nelle liste del movimento grazie alle sue 189 preferenze nelle “parlamentarie” sul blog di Grillo (numeri che fanno girare la testa, per citare il famoso ingegnere Cane interpretato da Fabio De Luigi), continua nel suo paradossale percorso politico ricco di transizioni.
Ripercorriamo alcuni passi della carriera del nuovo capo politico di “Insieme per il futuro”: l’impeachment del Presidente Mattarella; l’incontro con i gillet gialli; la richiesta del referendum per uscire dall’euro. Sono state volutamente omesse le varie uscite errate dal punto di vista grammaticale e di conoscenza di ciò che lo circonda. Chissà se oggi, sotto la voce “Ping”, nell’elenco telefonico finalmente appaia il contatto del Presidente cinese.
Ora il Movimento non è più la prima compagine politica in parlamento, si vocifera nel transatlantico che siano almeno 60 tra deputati e senatori a seguire Di Maio. Alcuni, come gli amici del Fatto Quotidiano, sono convinti che siano solamente quelli che hanno già completato i due mandati canonici non rinnovabili secondo le regole dei cinque stelle. Probabilmente non è solo questa la ragione, in tanti auspicano la nascita dell’ennesimo partito di centro.
Gud lack Minister Gigi
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