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Immagine del redattoreMichele Carrani

Alexei Navalny: un “pericoloso democratico”.

E’ scomparso oggi in Russia il più noto dissidente politico di Putin, Alexei Navalny morto a Kharp dopo un malore - sospetta trombosi - durante una passeggiata all’interno della colonia penale artica.



Dichiarato scomparso e ritrovato dai suoi legali dopo due settimane nella colonia Penale, Alexei Navalny era detenuto senza la possibilità di comunicare con l’esterno e isolato da tutti.

Accusato tra il 2011 e il 2018 di diversi crimini mai noti pubblicamente, era scappato all’estero - unico luogo dove poteva evitare di finire nelle grinfie dei suoi nemici - diventando uno dei simboli per la “svolta democratica” russa, una voce che metteva a repentaglio la leadership di Vladimir Putin.

Rientrato in patria nel 2021 è stato accusato di violazione delle regole perché non presentatosi in questura. La mancata presenza era per una buona ragione: era stato avvelenato per mano di agenti segreti russi. Dopo la sua ripresa è stato condannato nove anni per truffa aggravata, pena che lo ha portato all’interna della colonia penale.

E’ stato il più noto oppositore di Vladimir Putin, poiché dotato di grande popolarità, soprattutto tra i giovani. Attivo nelle manifestazioni per la fine del duopolio Putin-Medvedev, ha cresciuto la sua popolarità attraverso i canali social, in primis Youtube. Putin aveva compreso il pericolo della sua ascesa, di li a poco infatti aveva fatto ratificare una legge ad personam che proibiva la candidatura alle presidenziali di individui che avevano risieduto all’estero.

Fondatore del Partito Democratico del Progresso - Russia del Futuro, formazione liberale, centrista, filo-occidentale ed europeista lascia un vuoto nel già sgombro dibattito politico russo.

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