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diversaitalia

9 novembre.

La storia, alle volte, è imprevedibile: imperfetta, perché sfugge alle meccaniche, alle regole, ai principi ordinatori. Così, alle volte, quasi per scherzo, accadono eventi imponderabili: non è il Caso, è il fattore umano, il cuore.



Il Muro di Berlino non è “caduto”: è stato abbattuto, mattone dopo mattone. E la storia sarebbe potuta essere diversa, non fosse che gli uomini provano emozioni, e commettono errori. Sono le 18 del 9 novembre del 1989: a Berlino est è tutto pronto per la conferenza stampa di Gunther Schalbowski, ministro della propaganda della DDR. É atteso un importante annuncio sulla mobilità dei cittadini tra la Germania dell’Est e quella dell’Ovest. In agosto, Austria e Ungheria sono i primi Stati a rimuovere le restrizioni ai propri confini: circa 13mila tedeschi della Germania Est si spostano verso le frontiere orientali, cercando asilo politico nelle ambasciate della Germania Federale per sfuggire alla morsa comunista e aggirare la Cortina di Ferro. Questi eventi provocarono una reazione a catena che sarà fatale: Hoeneker, Presidente della DDR, si dimette il 18 ottobre. Torniamo a Berlino: Schalbowski, di fronte ai giornalisti, è in procinto di annunciare la decisione del Politburo di concedere ai berlinesi dei permessi per raggiungere l’Ovest. Il provvedimento è stato preso solo poche ore prima, e le linee guida non sono ancora ben definite. Alle 18:53, il corrispondente dell’ANSA Riccardo Ehrman chiede al Ministro quando le regole di viaggio sarebbero entrate in vigore: Schalbowski sfoglia affannosamente i dossier, balbetta, e abbozza una risposta: «Se sono stato informato correttamente quest'ordine diventa efficace immediatamente». Dopo pochi minuti, decine di migliaia di berlinesi invadono le strade, inondano i valichi: le guardie chiedono ordini ai propri superiori, ma non avrebbero comunque potuto fermare la folla, che viene lasciata libera di attraversare i confini. I berlinesi dell’Ovest accolgono festosamente i concittadini, viene offerta birra gratis per tutti, si festeggia: famiglie, amici, fratelli, dopo quasi 30 anni sono liberi di riabbracciarsi.


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